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Quale risultato può offrire un percorso psicologico?

Per rispondere a questa domanda, inizierò parlandovi del Kintsugi.

Vi potrà sembrare che i due argomenti non siano collegati, ma spero di farvi ricredere perché, a mio modesto parere, attraverso questa filosofia e la sua metafora è possibile spiegare in modo chiaro e semplice cosa può offrire il percorso psicologico.

Il Kintsugi è una filosofia orientale e una forma d’arte che letteralmente significa “riparare con l’oro”.

Questa antica pratica giapponese, risalente al XV secolo, consiste nel riparare oggetti in ceramica rotti, utilizzando per saldare insieme i frammenti una resina color oro.

Come spesso accade per le grandi scoperte, questa pratica nasce in maniera casuale.

La storia ci racconta che quando Shogun Ashikaga Yoshimasa (1358-1408) ruppe la sua tazza da tè preferita, decise di inviarla in Cina per le riparazioni. 

Al suo ritorno, rimase molto deluso perché le riparazioni erano troppo evidenti e brutte. Così ordinò ai suoi artigiani di cercare un modo più appropriato per la riparazione. I vasai decisero, quindi, di riempire le fessure con della resina in polvere color oro. In questo modo, venne data nuova vita all’oggetto, valorizzandone le “cicatrici”, rendendolo UNICO e ancora più PREZIOSO.

La filosofia dietro questa tecnica non è nascondere le cicatrici che fanno parte della storia dell’oggetto, ma evidenziale e valorizzarle tramite la riparazione.

Se ci pensate un attimo a ciascuno di noi, almeno una volta nel corso della vita, ha affrontato delle rotture o dei cambiamenti o dei momenti di crisi che hanno lasciato delle ferite.
Ed è questo ciò che il percorso psicologico può offrire: accompagnare la persona nel riconoscimento e nell’accettazione delle “cicatrici”, facendo emergere le sue risorse (l’oro del vaso), necessarie per la propria rinascita.
Questa è l’essenza di un concetto molto importante in psicologia: la RESILIENZA (capacità di autoripararsi, resistere e riuscire a riorganizzare positivamente la propria vita a seguito di evento traumatico)

Durante il percorso psicologico lo psicologo porta il paziente a:

  •  Accettare il cambiamento, perché per quanto ci possa spaventare, rappresenta un’opportunità di crescita;
  • Comprendere che le rotture, il dolore e le sofferenze fanno parte della vita e ci lasciano delle ferite, dei segni di cui non ci dobbiamo vergognare, ma che dobbiamo imparare ad accettare e accogliere.
Così come per riparare un vaso rotto, anche unire i nostri “pezzi” richiede tempo, attenzione, cura e pazienza.

Ma quando tutti i “tasselli” saranno al loro posto, la persona ricorderà sempre chi è stata, la forza che ha avuto e chi è diventata.
I “tasselli” sono la testimonianza della nostra storia, del nostro bagaglio, delle nostre esperienze, che ci hanno reso quello che siamo: PERSONE UNICHE.

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